La Befana

La Festa della Befana ha origini molto antiche, anzi antichissime, risale ad un tempo remoto quando le prime civiltà dell’Europa, di quella civiltà chiamata dell’Antica Europa da Marija Gimbutas, sviluppatasi nel nostro continente molto prima dell’arrivo della cultura indoeuropea, una civiltà antica e matrilineare.

La Festa della Befana viene celebrata ancora oggi il 6 gennaio in molti paesi dell’Europa, ma anticamente, molto tempo prima dell’apparizione di Babbo Natale, era una festa legata al Solstizio d’Inverno dove una vecchia signora chiamata Befana, porta dei doni e dei dolci per i bambini buoni e del carbone per quelli che sono stati meno buoni.

La Befana, che non si chiamava con questo nome al tempo delle civiltà matrilineari dell’Antica Europa, rapprenentava la Dea Madre ormai anziana, la Nonna, che veniva in visita la villaggio la notte più lunga dell’anno e portava dei doni alle famiglie, non solo ai bambini, per aiutarli a superare il periodo più buio e più freddo e per festeggiare la fine del periodo dominato dall’oscurità e dal freddo e il lento ritorno del periodo dominato dalla luce e dal calore. La Befana, la Dea Madre/Nonna era rappresentata dall’anziana del villaggio e i suoi doni erano cibo, dolci, frutta secca e soprattutto semi di vari tipi, alcuni dei quali potevano essere piantati con la nuova primavera.

Con il tramonto delle civiltà dell’Antica Europa non tramonta il mito della Befana e la festa viene ancora celebrata, la Befana era la Dea Madre, la Nonna, legata allo spirito della foresta, della terra e del passaggio del tempo, ed è spesso associata alla figura della Dea Ecate. Nell’antica Grecia era associata ad Hera che portava dei doni alla fine del vecchio anno e all’inizio del nuovo.

All’epoca dell’Antica Roma la Befana era Diana che volava sui campi per renderli fertili, ma era anche la Dea Romana della Sabina di nome “Strina” o “Strenia“, e la festa era la festa delle strenne, i doni portati dalla dea Strina. Il Rev. John J. Blunt, nel suo libro “Vestiges of Ancient Manner and Customs, Discoverable in Modern Italy and Sicily”, del 1832, scrive: “La Befana discende dalla Dea pagana Strenia, che portava i doni dell’anno nuovo, le “strenne” che da lei prendono il nome. I doni portati dalla Dea Strenia sono gli stessi di quelli che porta oggi la Befana: frutta secca e miele. La festa era osteggiata con forza dai primi cristiani per via dei costumi troppo rumorosi e licenziosi delle celebrazioni”.

La Befana è la Dea Madre porta abbondanza e rende fertili i campi, gli animali e gli esseri umani e dona i nuovi semi da piantare in futuro quando assume il suo aspetto di crona, di anziana, ormai non più fertile lascia gli ultimi doni prima di morire per rinascere di nuovo giovane e vigorosa nel nuovo anno. In un’incisione di Bartolomeo Pinelli del 1825, la Befana è rappresentata come la Dea Madre assisa su un trono e circondata da frutta, semi e altri prodotti del raccolto.

Oggi la Befana è rappresentata come una vecchia signora che vola nel cielo a cavallo di una scopa, vestita con abiti logori con un foulard in testa e uno scialle di lana nera sulle spalle, che porta un sacco pieno di doni per i bambini. La Befana mette i suoi doni nelle calze che i bambini lasciano appese al camino, e lascia i suoi doni la notte della vigilia del 6 gennaio. Ma la Befana, secondo alcune tradizioni popolari, deve morire, come deve morire il vecchio anno e come deve morire il periodoi dell’anno dominato dall’oscurità e dal freddo e come devono morire, per completare il ciclo naturale di nascita-vita-morte, i vecchi. La morte simbolica della Befana è rappresentata ancora oggi bruciando un pupazzo di legna secca dalla forma di una vecchia signora con una scopa.

I cristiani, gli ultimi arrivati in Europa, non potendo soffocare la festa della Befana e un’usanza così antica, pensarono bene di mascherarla sotto le spoglie delle storie legate all’Epifania di Gesù.

Flavia Wolfrider

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