Fuoco e ghiaccio, l'acqua è più antica del Sole?

 

La maggior parte dell’acqua presente sulla Terra deriva direttamente dal ghiaccio già presente nella nube interstellare dalla quale ha avuto origine lo stesso Sole, è quanto emerge da uno studio pubblicato il 25 settembre 2014 su Science. Una percentuale ancora più alta di acqua si trova poi nei corpi più antichi del Sistema Solare, come le comete.

L’acqua presente sulla Terra è arrivata dal cielo sotto forma di ghiaccio. Sono state formulate due ipotesi su da dove quest’acqua sia arrivata, se dalla nube del disco protoplanetario, più recente, nella quale si sono formati asteroidi, comete e pianeti o dalla nube interstellare, l’antica nube molecolare nella quale lo stesso Sole si è formato. Nel primo caso, il ghiaccio primordiale sarebbe l’esito d’una serie di processi di trasformazione, per esempio di ionizzazione, innescati dal Sole e dunque avvenuti contestualmente alla formazione dei pianeti. Nel secondo caso risalirebbe a un’epoca anteriore.

Per arrivare a una datazione certa, un team guidato da Ilse Cleeves, dottoranda in astronomia all’Università del Michigan, ha messo a punto un modello basato sull’abbondanza isotopica del deuterio, l’isotopo dell’idrogeno che arricchisce l’acqua pesante – o meglio, in questo caso, il “ghiaccio pesante”. Il ghiaccio presente nelle nubi interstellari, a causa delle temperature estremamente basse alle quali si forma, tende infatti a essere assai ricco di deuterio. I ricercatori hanno dunque simulato un disco protoplanetario “vergine” – completamente privo di ghiaccio contenente deuterio – e lo hanno fatto “girare” per un milione di anni, per vedere se fosse in grado di produrre ghiaccio pesante in quantità analoghe a quelle presenti nelle meteoriti, negli oceani terrestri e in quelle vere e proprie capsule temporali che sono le comete. Risultato: niente. Di conseguenza, buona parte dell’acqua presente nel Sistema solare doveva già essersi formata quando il Sole ancora non c’era.

Una conclusione, questa, che incoraggia ulteriormente la ricerca di pianeti abitabili – o magari già abitati da qualche forma di vita – al di fuori del Sistema solare, come sottolinea John Robert Brucato, astrobiologo all’Osservatorio Astrofisico di Arcetri dell’INAF, commentando il lavoro dei colleghi statunitensi. “Poiché il nostro pianeta si è formato in una zona arida del Sistema solare, già sapevamo che tutta l’acqua che troviamo sulla Terra vi è stata trasportata da piccoli corpi, come le comete e gli asteroidi. Con questo lavoro si fa un ulteriore passo in avanti. Si è riuscito, infatti, a capire che l’acqua che oggi costituisce gli oceani terrestri, e che è presente negli altri corpi del Sistema solare, è rimasta praticamente inalterata rispetto a quella presente nel mezzo interstellare. Ovvero, non ha subito trasformazioni durante il processo di formazione dei pianeti. Questo ci permette di capire che le condizioni iniziali che hanno favorito la nascita della vita non sono uniche, cioè non dipendono dalle caratteristiche peculiari del nostro Sistema solare, ma possono essere comuni nello spazio. E dunque presenti», osserva Brucato, «anche in altri sistemi planetari. Questo aumenta ulteriormente la speranza di trovare segni di vita in qualche altro angolo della nostra galassia. Basterà “semplicemente” saperli cercare”.

Fonte e foto: MEDIA INAF

Leggi su Science l’articolo “The ancient heritage of water ice in the solar system“, di L. Ilsedore Cleeves, Edwin A. Bergin, Conel M. O’D. Alexander, Fujun Du, Dawn Graninger, Karin I. Öberg e Tim J. Harries

 

Appuntamento con le Stelle, il Cielo di Ottobre 2014 – parte 2 –

Osservare i pianeti del cielo di ottobre 2014:

Mercurio

Per gran parte del mese l’osservazione di Mercurio sarà praticamente impossibile. Nel corso della prima metà di ottobre Mercurio si trova in orario serale sull’orizzonte occidentale, tra le luci del crepuscolo, sempre più basso e vicino al Sole, con il quale si trova in congiunzione il 16 ottobre 2014. Le condizioni di osservabilità migliorano sensibilmente alla fine del mese, quando Mercurio torna visibile al mattino, ad Est. Alla fine di ottobre sorge circa un’ora e mezza prima del Sole.

Venere

Giunge al termine il lungo periodo di permanenza del pianeta più luminoso nei cieli del mattino, dove per tutto l’anno ha brillato prima del sorgere del Sole. Venere si avvicina sempre più al Sole, con il quale si trova in congiunzioni il 25 ottobre 2014. Dovremo attendere qualche settimana per vederlo ricomparire la sera dopo il tramonto.

Marte

Marte rimane ancora osservabile alla sera, subito dopo il tramonto del Sole. Non si registrano variazioni di rilievo: Marte per tutto il mese rimane molto basso sull’orizzonte occidentale e lo si può individuare al calare dell’oscurità poco prima che tramonti anch’esso. Il 21 ottobre 2014 lascia la costellazione dell’Ofiuco ed entra nel Sagittario.

Giove

Giove è l’astro più luminoso della seconda parte della notte. Anticipando progressivamente il suo sorgere alla fine del mese compare sull’orizzonte ad Est già poco dopo la mezzanotte, per poi elevarsi fino ad elevarsi in cielo a Sud-Est prima dell’alba. Il 14 ottobre 2014 lascia la costellazione del Cancro e fa il suo ingresso nel Leone.

Saturno

La distanza angolare tra Saturno e il Sole si riduce giorno per giorno, fino alla scomparsa del pianeta tra le luci del crepuscolo serale. Saturno diventa inosservabile e solo tra alcune settimane potremo cercarlo ad Est prima del sorgere del Sole. Saturno si trova ancora nella costellazione della Bilancia.

Urano

Il 7 ottobre 2014 Urano si trova in opposizione al Sole, pertanto è osservabile per tutta la notte. Compare ad oriente al tramonto del Sole, culmina a Sud nelle ore centrali della notte e scende ad occidente al termine della notte. La luminosità di Urano è al limite della visibilità occhio nudo e per poterlo osservare è necessario l’uso di un telescopio. Il pianeta rimane ancora nella costellazione dai Pesci che lo ospita dal 2009.

Nettuno

Nettuno si può osservare per quasi tutta la notte. Al calare dell’oscurità è già alto in cielo a Sud-Est e nel corso delle prime ore della notte culmina a Sud. Come sempre, rimane indispensabile l’uso del telescopio per poter osservare Nettuno, la cui luminosità è inferiore ai limiti accessibili all’osservazione ad occhio nudo. Nettuno si trova ancora nella costellazione dell’Acquario, dove è destinato a rimanere per un periodo estremamente lungo, fino all’anno 2022.

Plutone

L’osservabilità di Plutone è limitata alle prime ore di oscurità, dato che dopo il tramonto del Sole Plutone è già basso in cielo a Sud-Ovest. Data la luminosità molto bassa del pianeta, è comunque necessario l’ausilio di un telescopio di adeguata potenza per tentarne l’osservazione. Plutone è destinato a rimanere nella costellazione del Sagittario per ancora molti anni, fino al 2023.

La IAU (International Astronomical Union), ha istituito (giugno 2008) la classe dei Plutoidi. Abbiamo comunque ritenuto opportuno mantenere nella nostra rubrica Plutone, capostipite di questa nuova categoria di membri del sistema solare.

Leonardo di Caprio produrrà American Wolf

Leonardo Di Caprio produrrà “American Wolf”, film-indagine che racconta la storia della lupa 832F di Yellowstone, una lupa Alfa diventata famosa come “O-Six” (oh-six) perché era nata nel 2006, uccisa nel Wyoming, fuori dai confini del Parco nel 2012, un anno dopo che i canis lupus vennero rimossi dalla lista delle specie a rischio consentendo la caccia al lupo.

La lupa Alfa 832F era la lupa leader di un branco avvistato spesso nel Lamar Canyon (una zona ricca di bisonti ed alci), chiamata da alcuni ambientalisti “rock star” e divenuta la più gettonata attrazione turistica negli scorsi sei anni.

La lupa Alfa 832F era dotata di un radiocollare che aveva rilevato che il branco raramente usciva dai confini del Parco. L’uccisione della lupa Alfa 832F è stato un atto vile e disgustoso che ha commosso gli Stati Uniti d’America e tutto il mondo, e ha riscosso una grande attenzione mediatica, tanto che il New York Times le ha dedicato un necrologio.

La storia della lupa Alfa 832F è stata raccontata da Nate Blakeslee, redattore di Texas Monthly ed è in programma anche l’uscita di un libro sulla storia di O-Six che parlerà anche del cacciatore che l’ha uccisa del quale non è mai stata rivelata l’identità.

Leonardo di Caprio produrrà quindi “American Wolf” per la sua casa di produzione “Appian Way” assieme alla Langley Park Production di Kevin McCormick che acquisiranno i diritti cinematografici del libro proposto da Nate Blakeslee. Il libro proposto ha generato grande interesse sia dal punto di vista editoriale che cinematografico.

Dopo “The Wolf of Wall Street” (Il Lupo di Wall Street) Leonardo di Caprio racconterà la storia di un altro lupo, di una lupa per la precisione. Speriamo di vedere presto il suo “American Wolf”, non si sa ancora però se Leonardo Di Caprio sarà protagonista anche di questo film.

Foto: Courtesy of Yellowstone Wolf Project

Argilla Curativa – Parte I

Da tempo immemorabile l’argilla viene impiegata dall’uomo a scopi terapeutici. Ippocrate, Ildegarda di Bingen e Paracelso la raccomandavano. Nel Medioevo l’argilla faceva parte della cosiddetta “Dreckapotheke” (la “medicina sporca”). Tracce di uso dell’ argilla curativa si è trovato anche tra le antiche tribù delle alte Ande, dell’ Africa centrale e tra gli aborigeni australiani.
Argille a base di calcio sono indicate come “argille vivi” in quanto sono costituitie principalmente da minerali che contribuiscono alla produzione di enzimi in tutti gli organismi viventi.
Nel secondo secolo e.v., Galeno, filosofo greco e medico, fu il primo a riportare l’uso di argilla su animali malati o feriti, numerosi casi di usi interni ed esterni nel suo trattato sulla terapia con l’ argilla. Nell’antica Arabia, Avicena, il “principe dei medici”, ha insegnato a centinaia di suoi studenti circa la terapia di argilla.
Dioscoride, medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell’imperatore Nerone, attribuì all’ argilla un’ “intelligenza divina” per le sue proprietà terapeutiche.
Ancora, molti benefici dell’argilla sono stati riconosciuti dalle civiltà pre-Azteche nativie del Messico e Sud America. Gli indiani nordamericani hanno usato l’argilla per il cibo, la purificazione del corpo, la guarigione, negli eventi cerimoniali e negli scambi commerciali con le altre tribù.
La medicina antica francese fece uso dell’ argilla per scopi medicinali e nutritivi, diffondendo l’ effetto curativo diell’ argilla in merito alle malattie gengivali, ulcere, eruzioni cutanee, dissenteria, emorroidi, ferite infette e morsi.
Sebastian Kneipp, naturopata tedesco del XIX secolo ed il naturopata Adolph Just conferirono una posizione prominente alla terapia con argilla nelle loro pratiche di medicina olistica grazie proprio ai grandiosi risultati che ne trassero.
All’inizio del XX secolo, Julius Stump, un rinomato medico di Berlino, utilizzò con successo la terapia dell’argilla per curare il colera asiatico mentre un suo contemporaneo, il dottor Meyer Camberg, usò l’argilla verde per neutralizzare l’avvelenamento da arsenico. Durante la prima guerra mondiale, I medici tedeschi offrirono la terapia dell’argilla come soluzione per l’intossicazione alimentare, la dissenteria, la diarrea, malattie dilaganti tra le truppe di entrambi gli schieramenti, e ridussero notevolmente i tassi di mortalità per infezione delle ferite.
Durante la prima guerra mondiale, i soldati russi ricevevano 200 grammi di argilla insieme alle loro razioni quotidiane. Ancora oggi invece, gli scienziati russi usano l’argilla per proteggere i loro corpi dalle radiazioni da materiale nucleare.
Oggi, medici, naturopati e professionisti della salute sempre più raccomandano l’argilla curativa ai loro pazienti per la disintossicazione e per affrontare altre malattie e infortuni. A seconda dei minerali contenuti (ferro, silice, calcio, magnesio) l’argilla assume diverse tonalità di colore e pertanto proprietà diverse; essa è innanzitutto capace di assorbire cattivi odori, intrappolare germi e batteri, calmare i dolori, purificare e ammorbidire la pelle. L’argilla ha un effetto ricostituente e rimineralizzante, contrasta l’invecchiamento, lo stress e la stanchezza, oltre a lenire le dermatiti, le malattie reumatiche e molto altro.

(continua…)

Il Corpo Forestale dello Stato denuncia il leghista Tosi

Il Corpo Forestale dello Stato denuncia il leghista Tosi, sindaco di Verona e presidente di Federcaccia per “autorizzato l’abbattimento di specie protetta”, il lupo, con un’ordinanza emanata qualche giorno fa che stabilisce che i residenti del suo Comune possono “sparare” e “abbattere” i lupi che “danneggiano gli allevamenti” e mettono “in pericolo” la città.

I lupi più famosi minacciati di morte dai meschini, stolti, ignoranti seguaci di Tosi che risiedono nel territorio del Comune di Verona sono Giulietta (lupo italico), Slav (che arriva dalle Alpi orientali) e la loro prole. Tosi gioca sulle paure e sull’ignoranza delle persone che non hanno cura di informarsi sulla convivenza possibile tra esseri umani e predatori e sulla meschina avidità di tutti coloro che, con i loro atteggiamenti irresponsabili distruggono l’ambiente e creano problemi alla stragrande maggiornaza delle persone che abitano questo Pianeta.

È la seconda volta in pochi giorni che il Corpo Forestale dello Stato denuncia un amministratore pubblico. Quindici giorni fa era toccato al presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi, denunciato per “soppressione di specie rarissima e di bene indisponibile dello Stato” in seguito alla morte dell’orsa Daniza.

Ma il Corpo Forestale dello Stato ha preso sul serio l’ordinanza comunale, e ha presentato al procuratore della Repubblica Mario Giulio Schinaia una richiesta di valutazione di legittimità del provvedimento n.41 firmato il 25 settembre dal sindaco leghista di Verona. Scopo di questa mossa è anche prevenire una diffusione incontrollata di ordinanze di caccia al lupo.

Secondo l Corpo Forestale dello Stato, l’autorizzazione rilasciata da Tosi con il discusso provvedimento, esula dai compiti del sindaco dato che per sparare ad una specie protetta occorre eseguire monitoraggi ed accertamenti sulle effettive situazioni di pericolo, attività che spetta al Corpo Forestale dello Stato. A un sindaco non spetta neppure la legittimazione dell’uso di armi da fuoco, mentre la regolamentazione della caccia di particolari specie protette spetta alla Provincia.

Molto probabilmente l’ordinanza del sindaco di verona verrà bloccata dalla denuncia del Corpo Forestale dello Stato ma Tosi avrà avuto il suo “momento di gloria” e visibilità mediatica che gli farà avere i voti di tutti quegli stolti, meschini, ignoranti e delinquenti che ancora votano lui e il suo partito.

Il WWF plaude alla decisione del Corpo Forestale dello Stato che ha denunciato il Sindaco di Verona per l’ordinanza appena emessa che permetterebbe l’abbattimento del lupo, animale particolarmente protetto a livello europeo. Il WWF ribadisce che l’ordinanza è illegittima e con il suo ufficio legale sta valutando di denunciarlo a sua volta per “istigazione a reato” trattandosi di un atto di bracconaggio vero e proprio. Il lupo non ha certamente bisogno di nuovi nemici visto che è vittima di molti episodi di bracconaggio in tutta Italia e si stima che ben 200 animali all’anno muoiano per mano dell’uomo, mettendo a rischio la sopravvivenza della popolazione.

La tempestiva denuncia del Corpo Forestale dello Stato sottolinea l’importanza di avere un corpo di polizia particolarmente dedicato alla tutela della biodiversità. Il WWF denuncia inoltre la confusione istituzionale che regna nella gestione della fauna, dove amministratori locali prendono decisioni che impattano su specie particolarmente protette a livello europeo, come gia avvenuto per la Provincia di Trento per il caso dell’orsa Daniza.

Occorre che lo Stato rivendichi le proprie competenze e garantisca la tutela di un patrimonio faunistico che è di tutti.

La sfida di conciliare le legittime esigenze delle popolazioni della Lessinia, una magnifica zona prealpina in provincia di Verona, con la conservazione della biodiversità e in particolare del lupo sono emerse anche nel convegno “La Lessinia, il Parco, il lupo” organizzato il 20 settembre 2014 dal Comune di Bosco Chiesanuova (VR) con il WWF, a cui era presente la Regione impegnata in un progetto europeo, dove allevatori e amministratori locali si sono confrontati con esperti di conservazione e dove il WWF ha ribadito la disponibilità a collaborare per trovare soluzioni concrete e già disponibili, adatte a quel territorio, come già sperimentato in altre zone d’Italia.

Foto: Chris Martin Bahr / WWF-Canon

 

Uccisione Orsa Daniza, depositata denuncia contro l'Italia alla Commissione Europea

 

Riguardo all’uccisione dell’orsa Daniza verrà depositata una denuncia contro l’Italia alla Commissione Europea. L’OIPA ha dichiarato: “Doverosa un’attribuzione di responsabilità di fronte a grave violazione delle normative vigenti”.

Domani, martedì 30 settembre 2014, l’OIPA, in collaborazione con I-Care Italia, Green Italia, Associazione Animalisti, Leal e Federazione dei Verdi, depositerà a Bruxelles un atto di denuncia alla Commissione Europea nei confronti della Repubblica Italiana (Ministero dell’Ambiente, Provincia Autonoma di Trento e ogni altro eventuale organismo e/o ente pubblico la cui responsabilità dovesse sussistere) per l’uccisione dell’orsa Daniza. La condotta delle istituzioni appare infatti in evidente violazione della Direttiva 92/43/CEE in relazione alla protezione rigorosa dell’orso bruno e alla conservazione degli habitat naturali nonché della Direttiva 2000/60/CE per quanto riguarda la tutela dei corpi idrici superficiali.

Tale iniziativa, ideata e preparata da Edoardo Gandini, OIPA European Policy Officer, giurista internazionale e membro dell’European Enforcement Network of Animal Welfare Lawyersand Commissioners, con la consulenza di esperti dell’OIPA e di I-care, fornisce un quadro preciso di quanto accaduto, analizzando puntualmente sia la situazione a livello locale sia a livello europeo ed evidenziando come la Provincia di Trento, avallata dal Ministero dell’Ambiente, abbia messo in atto una serie di provvedimenti illegittimi identificando nell’orsa Daniza un comodo capro espiatorio.

“La vicenda dell’orsa Daniza è emblematica di un sistema che si è creato a livello locale e avallato o ignorato a livello ministeriale. Al di là della singola questione di Daniza e dei suoi cuccioli, gravissima in quanto lei -come tutti gli animali- era un essere senziente e che avrebbe dovuto essere protetta rigorosamente secondo le normative europea ed italiana, resta il fatto che per anni le autorità locali, i loro partner e tutto il Trentino hanno beneficiato di ingenti fondi europei e ora che li hanno ricevuti non vogliono rispettare i patti – evidenzia Edoardo Gandini – Questo è sintomatico di un sistema sempre allergico alle regole e per di più impermeabile alle normative di progresso. Il disegno è davanti agli occhi di tutti: specie animali e vegetali eliminati ed ecosistemi di elevatissimo pregio naturalistico stuprati, tutto questo per meschini interessi particolari. Con questa iniziativa mi auguro che la Commissione Europea e la Corte di Giustizia vorranno prendere le giuste misure e sanzionino l’Italia; se sarà così toccherà al Governo scegliere se applicare una legge dello Stato e rifarsi sui singoli soggetti che hanno violato le normative europee oppure lasciare che siano i cittadini a pagare le pesanti sanzioni economiche”.

“L’OIPA ha seguito la vicenda fin dai primi giorni, lavorando alacremente per la presentazione di un ricorso al Tar che evidenziasse l’illegittimità dei provvedimenti presi, ecco perché abbiamo fortemente voluto partecipare e firmare quest’atto di denuncia: se le istituzioni italiane hanno agito ignorando coscientemente la volontà dei cittadini e le norme comunitarie già recepite e vigenti, è giusto che siano sottoposte al giudizio della Commissione europea” sottolinea Massimo Pradella, Presidente OIPA.

Fonte e foto: OIPA

http://www.oipa.org/italia/

 

Appuntamento con le Stelle, il Cielo di Ottobre 2014 – parte 1 –

 

Eccoci di nuovo all’appuntamento con i nostri lettori che amano osservare il cielo notturno per riconoscere le stelle e i pianeti e cercare di vedere se ci sono delle stelle cadenti che possono esaudire i loro desideri. Per osservare i corpi celesti assicuratevi che il cielo notturno sia sereno perché altrimenti vedrete soltanto un tappeto di nuvole cariche di umidità o nubi sparse che vi impedirebbero di indivuduare le stelle, le costellazioni, i pianeti, le comete e le eventuali meteore. A tutti gli interessati all’osservazione di cielo e stelle, consiglio di visitare il sito web dell’Unione Astrofili Italiani: http://www.uai.it/

Il Sole il 31 ottobre 2014 passa dalla costellazione della Vergine a quella della Bilancia.

Il 1° ottobre il Sole sorge alle 07:09 e tramonta alle 18:54; il 15 ottobre il Sole sorge alle 07:24; tramonta alle 18:31 (ora legale); il 31 ottobre: il Sole sorge alle 06:43; tramonta alle 17:08 (ora solare):

Nel corso del mese le giornate si accorciano di circa 1 ora e 20 minuti per una località alla latitudine media italiana.

Fino al 25 ottobre 2014 gli orari sono espressi in Ora Legale Estiva, pari ad un’ora in più rispetto all’Ora Solare o TMEC (Tempo Medio dell’Europa Centrale).

Nella notte tra il 25 e il 26 ottobre 2014 torna in vigore l’ora solare.

Gli orari indicati sono validi per una località alla latitudine media italiana.

La Luna il 1° ottobre 2014, alle ore 21:33, è al Primo Quarto; l’8 ottobre 2014, alle ore 12:51, è Luna Piena; il 15 ottobre 2014, alle ore 21:12, è all’Ultimo Quarto; il 23 ottobre 2014, alle ore 23:57, è Luna Nuova e il 31 ottobre 2014, alle ore 03:48, è al Primo Quarto.

Gli orari e le date sono riferiti al tempo segnato dai nostri orologi per uso civile: O.E. (Ora Estiva) e per il giorno 31 in T.M.E.C.

Il mese di ottobre 2014 presenta 5 fasi lunari. Il 2014 presenta 3 mesi con 5 fasi lunari: gennaio, marzo e ottobre e un mese con 3 fasi lunari: febbraio.

É possibile avere cinque fasi lunari in un mese ogniqualvolta una fase lunare cade nel primo o nel secondo giorno del mese: poiché 29.5 giorni separano una fase lunare dalla stessa fase successiva, tutti i mesi nel nostro calendario gregoriano (ad eccezione di Febbraio) possono ospitare cinque fasi lunari.

Parliamo ovviamente di fasi lunari in senso astronomico: per una persona che ammira la Luna, la Luna stessa può sembrare piena per due o tre giorni consecutivi, ma dal punto di vista astronomico le fasi della Luna non hanno alcuna durata, bensì si verificano in un determinato istante.

Ma quanto spesso accade che ci siano due fasi lunari dello stesso tipo in un mese?

Nel calendario gregoriano la durata media del mese è pari a 365.2425/12 = 30.436875 giorni, mentre la durata di una lunazione è pari a 29.530589 giorni.

La lunazione è più breve del mese medio di 0.906286 giorni.

Quindi, dopo 30.436875/0.906286, cioè ogni circa 33.5 lunazioni, una qualsiasi fase lunare è accaduta in tutti i giorni del mese, dall’inizio alla fine. E poiché ci sono 4 fasi diverse, ogni 8 mesi circa una fase lunare si trova all’inizio del mese – e una fase analoga si avrà quindi alla fine dello stesso mese.

Questo è un ragionamento condotto sulla durata media del mese: in pratica i nostri mesi hanno durate di 30 o 31 giorni, e il mese di febbraio (di 28 o 29 giorni) mette ogni volta il ciclo leggermente fuori fase.

 

Fiamme alla raffineria di Milazzo disperdono nell'atmosfera sostanze tossiche

Fiamme alla raffineria di Milazzo disperdono nell’atmosfera sostanze tossiche provocando un grave danno ambientale, l’incendio si è sviluppato in un deposito di stoccaggio che contiene un milione di litri di carburante. Sembra non ci siano feriti, la procura di Barcellona Pozzo di Gotto ha aperto un fascicolo contro ignoti e ha disposto il sequestro dell’area. L’incendio alla raffineria di Milazzo, che ora è stato domato, è dovuto al cedimento del tetto di un serbatoio.
I verdi, gli ambientalisti, denunciano sempre per tempo, presentando dati scientifici  di pericolosità, ma le persone “comuni”, la stampa, i politici minimizzano sempre se non arrivano anche a dileggiare e deridere chi denuncia lo sfruttamento intensivo e inutile dell’ambiente atto solo a soddisfare un mero profitto immediato senza un reale piano di sviluppo effettivo e duraturo nel tempo. Poi, quando succede un disastro ambientale tale da arrivare ad influire sulla salute dei residenti in modo grave ed irreversibile, tale da provocare disastri ambientali ed economici che distruggono in modo devastante territorio ed economia reale (tipo inondazioni, esondazioni, frane, smottamenti, ecc), solo allora i più sembrano risvegliarsi dal torpore della loro avidità e della loro meschinità e urlano contro lo Stato e i suoi amministratori per ottenere un risarcimento. Ma sono proprio i più che erano rimasti muti o che minimizzavano e dileggiavano quando i verdi, gli ambientalisti, lanciavano l’allarme, ad essere i principali responsabili dei disastri ad ambiente e salute, sono proprio loro con il loro ottuso ed ignobile silenzio o con la loro meschina derisione ad essere vittime e responsabili dello scempio delle risorse ambientali del territorio in cui vivono. Spero davvero che questi stolti comincino ad aprire occhi e orecchie e comincino a capire che il luogo dove si vive va tutelato e preservato e che un’economia “altra”, un’economia sostenibile è possibile e doverosa.
La notte del 26 settembre 2014 alla raffineria di Milazzo c’è stato un gravissimo incidente. Sono stati immesse in atmosfera a seguito della combustione di idrocarburi, sostanze tossiche e altamente cancerogene per le persone, sostanze come Ipa, Biossido di azoto, metalli pesanti, benzoapirene, diossine, pcb, benzene e la Federpetroli ha avuto l’ardire di affermare che nessun danno ambientale si è determinato. Come è mai possibile che esistano esseri umani così stolti, stupidi e meschini che anche di fronte ad un disastro di tali proporzioni mentono spudoratamente per un piatto di lenticchie?
Tutti i cittadini dovrebbero chiedere che sia verificato immediatamente se le prescrizioni ordinate relativamente alla manutenzione straordinaria degli impianti siano state fatte. Purtroppo in Italia la maggioranza dei comuni che ospita impianti ad alto rischio di incidente rilevante non hanno applicato la direttiva Seveso come previsto dal Dm 9 maggio 2001.

Sono anni che il coportavoce dei Verdi di Messina Giuseppe Marano denuncia i livelli di sicurezza della raffineria e come risposta alle sue denunce e impegno civico è stato denunciato dall’Eni con una richiesta di risarcimento danni di 400 mila euro. Perché i cittadini residenti in quel territorio non si informano per bene su quanto accade e non esprimono la loro solidarietà a chi, come il coportavoce dei Verdi di Messina Giuseppe Marano viene denunciato dall’Eni che vuole un risarcimento di 400mila euro solo per aver detto delle cose vere ed ovvie? Dove sono i cittadini muti, sordi e ciechi? Perchè non si mobilitano prima di morire di tumore e di far morire anche i loro figli e nipoti e anche tutti coloro che invece si mobilitano? E’ certamente molto più facile lamentarsi dopo piuttosto che cambiare cattive abitudini prima…
La federazione dei Verdi nazionali si associa alla richiesta dei Verdi di Messina-Milazzo di sequestro degli impianti. L’Unità di crisi è intervenuta ma il territorio della Valle del Mela non può vivere in una continua emergenza. Per questo Angelo Bonelli chiede che in relazione al danno subito si attivi la procedura del danno ambientale a carico della raffineria.
Foto: @davidexy on Twitter


 

Un mondo totalmente alimentato da fonti energetiche rinnovabili

La visione del WWF di un mondo totalmente alimentato da fonti energetiche rinnovabili, da energia pulita, “verde” è anche la mia visione da molto tempo ormai, una delle spinte al mio ragionamento in questo senso l’ha data la lettura, nell’ormai lontano 1977, del libro di Ernest Callenbach, Ecotopia. Un semplice romanzo che mi ha spinto ad interessarmi nella pratica delle energie oggi chiamate rinnovabili (solare, eolica, ecc) e di uno stile di vita che rispetti la biodiversità tutta, la Natura e tutte le sue forme di vita, flora, fauna, mondo minerale… Uno stile di vita che riporti l’essere umano al rispetto della Natura e ad una vita in armonia con la stessa senza rinunciare alle comodità fornite dal progresso tecnologico, perché è possibile progredire a livello tecnologico senza soffocare e distruggere il Pianeta in cui viviamo. Per fare ciò è necessario però che tutti gli esseri umani e tutti i politici del mondo si muovano in tale direzione, ma è difficile che tutti insieme si raggiunga un livello tale di evoluzione culturale e spirituale da poter di colpo cambiare rotta. Allora è necessario che qualcuno inizi, e perché non iniziare proprio dall’Italia, un piccolo paese che come risorse economiche primarie ha l’arte, l’archeologia, la bellezza della natura, il cibo, il turismo? Perché non comprendere che l’Italia sarebbe un posto migliore e piu ricco se puntasse sulle fonti energetiche rinnovabili e su un’agricoltura biologica e un turismo “verde”?

Le risorse ci sono, la materia prima c’è, basta la volontà politica e dei singoli di cambiare rotta avendo una visione di un futuro migliore per tutti.

Le fonti energetiche non rinnovabili (petrolio, carbone, uranio, gas naturale) sono sulla via dell’esaurimento, la loro estrazione inoltre causa gravi squilibri alla Terra e alla vita sul Pianeta, tipo cambiamenti climatici che portano a desertificazione e impoverimento generale delle risorse alimentari e ambientali e il loro costo estrattivo è sempre più elevato.

Le fonti energetiche rinnovabili, in quanto tali, sono inesauribili e dovrebbero diventare le sole fonti energetiche in uso. Gli scienziati stanno realizzando in tempi sempre più stretti degli accumulatori in grado di stoccare l’emnergia prodotta dalle rinnovabili, tipo energia solare ed eolica, e il sogno potrebbe a breve diventare realtà.

Passare all’uso di fonti energetiche rinnovabili porterebbe non solo dei benefici di tipo ambientale e di salute, ma renderebbe indipendente il Paese che le usa dal peso economico dato dal doversi rifornire di energie non rinnovabili da paesi spesso arretrati culturalmente e sostenitori di ideologie integraliste violente.

Ecco la visione del WWF:

La visione del WWF: un mondo totalmente alimentato da energia pulita e rinnovabili entro il 2050 è possibile e imperativo.
L’attuale modello di sprechi e disuguaglianze sul nostro pianeta è insostenibile: le energie non rinnovabili (come il petrolio, il carbone, l’uranio e il gas naturale) sono sempre più scarse e aumenta il costo ambientale della loro estrazione e del loro uso.

Le fonti energetiche rinnovabili devono diventare l’unica fonte di energia e sostituire i combustibili fossili, principale causa del cambiamento climatico. Tuttavia, le fonti rinnovabili non sarebbero sufficienti a sostenere lo stile di vita energivoro e dissipatore dei paesi occidentali. Perciò dobbiamo, nel contempo, modificare le nostre case, i nostri trasporti, il nostro modo di produrre e consumare, il nostro rapporto con la natura.

Il WWF ritiene che entro il 2050 tutte le esigenze mondiali di energia possano essere alimentate in modo pulito, rinnovabile ed economico. Per dimostrarlo, ha redatto “The EnergyReport”  che affronta in modo globale il problema del bisogno di energia, inclusi i trasporti, e il modo di renderla adeguata, sicura e disponibile a tutti.

L’Energy Report  dimostra che in quattro decenni potremmo avere delle economie floride e una società interamente alimentata da energia pulita, a basso costo e rinnovabile, nonché una qualità della vita decisamente migliore – riducendo così in modo drastico le preoccupazioni sulla sicurezza dell’energia, l’inquinamento e, non certo da ultimo, per i cambiamenti climatici catastrofici.

L’efficienza e il risparmio energetico nelle costruzioni, nei veicoli e nell’industria costituiscono gli ingredienti fondamentali, insieme ad un aumento delle esigenze energetiche soddisfatto da elettricità (per esempio i trasporti) prodotta da fonti  rinnovabili e fornita da reti di distribuzione efficienti e intelligenti (smartgrids).

Il rapporto del WWF esclude la necessità del nucleare a livello globale e non considera tale tecnologia necessaria per fare a meno dei combustibili fossili.”

BIOcaccia al tesoro al Bioparco di Roma

 

Il Bioparco organizza una BIOcaccia al tesoro: un divertente gioco di squadra per grandi e piccini, per scoprire caratteristiche e curiosità degli animali del Bioparco.

I componenti delle squadre, in compagnia dei clown del Bioparco, si cimenteranno in quiz, indovinelli, prove di abilità per trovare indizi, raggiungere il traguardo e guadagnare il tesoro finale.

La BIOcaccia al tesoro è adatta dai 6 ai 99 anni, ma anche i più piccoli saranno benvenuti!

L’attività BIOcaccia, compresa nel costo del biglietto, è su prenotazione, da effettuarsi il giorno stesso dell’iniziativa.

Orari apertura di domenica 28 settembre 2014: 09:30 – 19:00 (ingresso consentito fino alle ore 18:00)

Orari di apertura di domenica 5 ottobre 2014: 09:30 – 18:00 (ingresso consentito fino alle ore 17:00)

Ingresso gratuito per bambini al di sotto di un metro; bambini di altezza superiore ad 1 metro e fino a 12 anni: € 12.00; biglietto adulti: € 15.00

I biglietti si possono acquistare anche on line su bioparco.it e nei Punti Lis (tabaccherie, ricevitorie autorizzate).

Pagina Facebook del Bioparco: www.facebook.com/amicidelBioparco

INFO: 06.3608211 e www.bioparco.it

Foto: Massimiliano Di Giovanni – Archivio Bioparco