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Riapre il mercato Campagna Amica del Circo Massimo

Finalmente, dopo un periodo che sembrava non finire mai, riapre il mercato Campagna Amica del Circo Massimo a Roma. Venerdì 6 ottobre 2017 ci sarà l’inaugurazione a partire dalle ore 09:30, sempre in via San Teodoro 74, e poi come sempre sarà aperto di sabato e domenica dalle ore 08:00 alle ore 19:00 (orario estivo) dal 1 maggio al 31 ottobre e dalle ore 08:00 alle ore 15:00 (orario invernale) dal 1 novembre al 30 aprile.

Il mercato Campagna amica del Circo Massimo riaprirà in un ambiente rinnovato che, oltre al mercato, ospiterà diversi eventi a tema cibo, cultura, arte, musica e sport. Nello spazio esterno sarà allestito un orto urbano dove potersi informare su come fare a coltivare il proprio orto sul balcone o negli spazi verdi di casa.

Il mercato Campagna Amica del Circo Massimo ospiterà 68 banchi rinnovati nel design con un maggior numero di aziende rispetto al passato tra le quali saranno presenti alcune aziende del reatino danneggiate dal terremoto.

L’inaugurazione della riapertura sarà “all’insegna della solidarietà, con la presenza degli agricoltori terremotati e l’analisi Coldiretti/Ixe’ che sarà presentata insieme ad un bilancio della situazione nelle campagne colpite dal sisma. Saranno presenti, tra gli altri, il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, quello della Coldiretti Lazio e Roma David Granieri, il Sindaco di Roma Capitale Virginia Raggi, il presidente della Fondazione Univerde Alfonso Pecoraro Scanio e rappresentanti istituzionali, dei consumatori e delle forze economiche e sociali.”

Al mercato Campagna Amica del Circo Massimo si potranno trovare tanti prodotti riconosciuti come presidi della biodiversità, tanti dei quali hanno anche la certificazione IGP o DOP e altri ceh sono riconosciuti dalla Regione Lazio come prodotti tipici, come il fagiolo di Atina, il peperone di Pontecorvo, il carciofo di Campagnano, la lenticchia di Onano, il caciofiore di Columella, la carne di vacca maremmana allevata allo stato brado, il suino nero.

Finalmente potrò tornare a fare la spesa nel mio mercato preferito di Roma.

Campagna Amica: http://www.campagnamica.it/

Mercato Campagna Amica Circo Massimo facebook: https://www.facebook.com/mercatocircomassimo/?hc_ref=ARRPlaLQ-F_CdZxli8Oer0rrCf3Lf4Fj0ZnhVzns3kV1Aqu23jnCbO4Zjm7oRD1GHmc

Fonte e foto: Campagna Amica

Chiuso il mercato Coldiretti Campagna Amica del Circo Massimo

Il mercato Coldiretti Campagna Amica del Circo Massimo, aperto dal ottobre 2009, è stato chiuso domenica 11 febbraio 2017 perché erano scaduti i termini e si attende che l’area venga assegnata legittimamente. La sindaca Raggi ha preferito non prorogare l’assegnazione temporanea a Coldiretti perché dice che vuole fare le cose per bene con onestà e trasparenza. A me sembra invece che è troppo inmpegnata tra un “inciucio” e uno scandalo e non ha trovato un po’ di tempo per tutelare il lavoro di molti cittadini, gli agricoltori, i produttori e gli allevatori di Coldiretti e i consumatori che da anni, come me, hanno scelto di fare la spesa al mercato Campagna Amica del Circo Massimo di Roma. Ieri, sabato 11 febbraio 2017, ero fuori Roma e ho letto la notizia della chiusura. Ci sono rimasta davvero male, non ci potevo credere, un mercato di vendita diretta produttore consumatore che funziona alla grande e che è competitivo per qualità, prezzi, e anche gusto estetico nella disposizione di banchi e merci chiude perché la sindaca, la giunta e chi se ne deve occupare non ha trovato il tempo per risolvere il problema!

L’amministrazione Comunale sapeva da mesi che il progetto sarebbe cessato il 31 gennaio 2017 ma non ha fatto nulla per individuare un nuovo assegnatario. Forse perché invece dell’onestà ormai a Roma questa giunta ha fatto andare di moda l’incompetenza, l’arroganza e i favoritismi per gli amici e per gli amici degli amici…

Già, perché a me sembra che le uniche differenze che i pentastellati hanno con gli altri partiti che li hanno preceduti siano l’incompetenza, l’arroganza e le sparate teatrali per avere l’attenzione dei media.

Il Mercato Campagna Amica del Circo Massimo, quello di via San Teodoro 74, Roma, è un punto d’incontro tra produttore e consumatoreche offre la possibilità di fare la spesa sostenibile e responsabile, risparmiando e acquistando prodotti agricoli di stagione, sempre freschi perché provenienti dai campi del Lazio. Vado a fare la spesa lì sin dal giorno della sua apertura, ci vado a piedi, e mi sono trovata sempre benissimo: uno spazio ben organizzato, pulito, accogliente e i prodotti sempre di qualità. Mercato era e mercato è tornato ad essere, e piace a romani e stranieri.
Il Mercato Campaga Amica del Circo Massimo si trova a due passi dal Campidoglio, occupa la sede dell’antico mercato Ebraico del pesce, è uno dei mercati di vendita diretta a “km 0”, i farmers market, più bello del mondo, un vanto per Roma, un modello, non solo della campagna Romana, ma di tutto il Lazio. Cosa fa l’attuale giunta di Roma e la prima sindaca donna, la grillina Raggi, per tutelarlo e valorizzarlo? Lo chiude!
“No alla chiusura del Mercato del Circo Massimo! Una dura protesta, di centinaia di agricoltori e consumatori, è in corso da questa mattina all’alba a Roma in via San Teodoro 74, dove agli agricoltori è impedita la vendita dal Comune di Roma che ha disposto la chiusura dello storico mercato contadino del Circo Massimo diventato riferimento dei cittadini romani e dei turisti italiani e stranieri. È in corso un presidio a oltranza e blitz su obiettivi sensibili per chiedere al sindaco Raggi di salvare il mercato di Campagna Amica degli agricoltori della Coldiretti, diventato uno dei monumenti piu apprezzati della Capitale. Aiutaci anche tu a difenderlo!”
Campagna_Amica_Chiusura  #ilmercatononsitocca  01_#ilmercatononsitocca #giulemanidelmercato
foto 1: coldiretti
foto 2 e 3: Flavia Wolfrider

Greenpeace blocca il nuovo round di trattative su TTIP

Greenpeace blocca il nuovo round di trattative su TTIP. Attivisti di Greenpeace hanno bloccato questa mattina, 22 febbraio 2016, l’accesso al centro conferenze dove sino al prossimo 27 febbraio è previsto un nuovo round di trattative a porte chiuse tra Stati Uniti e Unione europea sul TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), il Partenariato Transatlantico su Commercio ed Investimenti. Trenta attivisti si sono incatenati all’ingresso del palazzo in cui si terranno le negoziazioni, mentre alcuni climber hanno aperto sulla facciata dell’edificio un grande banner che raffigura il TTIP come una strada senza uscita, un vicolo cieco per l’Europa.

Secondo l’organizzazione ambientalista il TTIP è una minaccia per la democrazia, la protezione dell’ambiente, gli standard di sicurezza sulla salute, le condizioni dei lavoratori, a tutto vantaggio delle multinazionali, a cui verrebbe dato un potere senza precedenti.

«Questo accordo non riguarda il commercio, bensì il trasferimento di potere decisionale dalle persone alle grandi multinazionali», afferma Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura Sostenibile e Progetti Speciali di Greenpeace Italia. «Quelle che la Commissione europea chiama barriere al commercio sono di fatto misure di sicurezza che tengono lontani OGM e pesticidi dal cibo che mangiamo e le sostanze tossiche dall’aria che respiriamo. Le negoziazioni a porte chiuse di questi giorni vorrebbero indebolire questi standard di sicurezza e massimizzare il profitto delle multinazionali, non importa con quali costi per persone e ambiente. È nostra responsabilità denunciare tutto questo e dare voce ai milioni di persone che si oppongono al TTIP».

Negoziatori della Commissione Europea e del dipartimento del commercio degli Stati Uniti hanno in programma cinque giorni di trattative su un particolare e controverso aspetto del TTIP, che permetterebbe a investitori stranieri di sfidare le norme che difendono cittadini e ambiente, anche per aspetti come il cibo, l’inquinamento chimico e l’energia. Lo schema proposto dalla Commissione – conosciuto come Investment Court System (ICS) – darebbe a una “Corte di Investimenti” priorità rispetto ai Paesi per difendere interessi privati degli investitori. L’ICS potrebbe:

· istituire un sistema giudiziario privilegiato che consentirebbe alle multinazionali di bypassare le corti nazionali;

· consentire ai giudici dell’ICS, che non sarebbero assegnati permanentemente a questa corte, di poter accettare incarichi dalle aziende private, sollevando serie preoccupazioni su possibili conflitti di interessi;

· consentire trattamenti preferenziali per aziende straniere rispetto a quelle locali o nazionali;

· violare i principi democratici e il diritto dei governi ad adottare e applicare leggi;

· avere un effetto deterrente per le autorità pubbliche, scoraggiandole ad adottare e far rispettare norme di interesse pubblico, per paura di essere perseguiti.

«L’istituzione di una corte speciale a protezione dei profitti delle aziende private è una seria minaccia per la democrazia», dichiara Andrea Carta, consigliere legale di Greenpeace European Unit. «Quanto proposto dalla Commissione sarebbe a tutto svantaggio del commercio locale e minaccerebbe il diritto dei governi di adottare leggi a tutela dei cittadini e contro gli interessi delle multinazionali. Le stesse regole applicate per chiunque altro devono valere anche per queste ultime», conclude Carta.

L’obiettivo del TTIP è quello di abbattere le cosiddette barriere al commercio tra Stati Uniti e Unione europea, e proteggere gli investimenti esteri prima di ogni altra cosa. Con tariffe sul commercio transatlantico già molto basse, il focus delle trattative è rimuovere quelle barriere “non tariffarie” da leggi e regolamentazioni in quasi tutti i settori dell’economia, dall’agricoltura all’industria tessile, dall’informatica al settore bancario.

Milioni di persone hanno già FIRMATO LA PETIZIONE per fermare questo accordo, scegliendo di difendere gli standard europei sulla sicurezza del cibo, l’uso di sostanze tossiche, l’assistenza sanitaria e i diritti dei lavoratori.

Link a petizione di Greenpeace per fermare il TTIP: http://www.greenpeace.org/italy/it/Cosa-puoi-fare-tu/partecipa/stop-ttip/

Approfondimento, domande e risposte sul TTIP (in inglese): http://www.greenpeace.org/eu-unit/Global/eu-unit/reports-briefings/2016/201602%20comprehensive%20QandA%20TTIP%20FINAL.pdf

Approfondimento sull’ICS (in inglese): http://www.greenpeace.org/eu-unit/en/Publications/2016/From-ISDS-to-ICS-A-leopard-cant-change-its-spots/

Fonte e foto: Greenpeace

Sette proposte di Greenpeace per l'agricoltura sostenibile del futuro

Sette proposte di Greenpeace per l’agricoltura sostenibile del futuro. La strada verso un modello di agricoltura che garantisca un giusto sostentamento agli agricoltori e protegga l’ambiente, è quella descritta nel rapporto “Agricoltura Sostenibile: sette principi per un nuovo modello che metta al centro le persone”, pubblicato oggi da Greenpeace International. L’organizzazione ambientalista descrive un sistema basato sulle più recenti innovazioni scientifiche, grazie al quale è possibile produrre alimenti sani lavorando con la natura e non contro di essa.

«Il futuro dell’agricoltura europea è nelle mani degli agricoltori che lavorano con pratiche ecologiche e sostenibili. Svolgono un lavoro cruciale per la nostra società e per questo motivo è necessario e urgente sostenerli. La politica deve ascoltare chi chiede cibo sano e agricoltura sostenibile, reindirizzando i sussidi verso chi pratica forme di agricoltura ecologica», afferma Federica Ferrario, responsabile campagna agricoltura sostenibile di Greenpeace Italia.

I sette principi per un’agricoltura sostenibile descritti nel rapporto di Greenpeace sono:

1. restituire il controllo sulla filiera alimentare a chi produce e chi consuma, strappandolo alle multinazionali dell’agrochimica;

2. sovranità alimentare. L’agricoltura sostenibile contribuisce allo sviluppo rurale e alla lotta contro la fame e la povertà, garantendo alle comunità rurali la disponibilità di alimenti sani, sicuri ed economicamente sostenibili;

3. produrre e consumare meglio: è possibile già oggi, senza impattare sull’ambiente e la salute, garantire sicurezza alimentare e, contemporaneamente, lottare contro gli sprechi alimentari. Occorre diminuire il nostro consumo di carne e minimizzare il consumo di suolo per la produzione di agro-energia. Dobbiamo anche riuscire ad aumentare le rese dove è necessario, ma con pratiche sostenibili;

4. incoraggiare la (bio)diversità lungo tutta la filiera, dal seme al piatto con interventi a tutto campo, dalla produzione sementiera all’educazione al consumo;

5. proteggere e aumentare la fertilità del suolo, promuovendo le pratiche colturali idonee ed eliminando quelle che invece consumano o avvelenano il suolo stesso;

6. consentire agli agricoltori di tenere sotto controllo parassiti e piante infestanti, affermando e promuovendo quelle pratiche (già esistenti) che garantiscono protezione e rese senza l’impiego di costosi pesticidi chimici che possono danneggiare il suolo, l’acqua, gli ecosistemi e la salute di agricoltori e consumatori;

7. rafforzare la nostra agricoltura, perché si adatti in maniera efficace il sistema di produzione del cibo in un contesto di cambiamenti climatici e di instabilità economica.

Per contribuire alla crescita dell’agricoltura sostenibile, Greenpeace collabora con agricoltori e comunità rurali. Ad esempio, in Grecia sostiene gli agricoltori che producono colture proteiche locali da utilizzare nella mangimistica in sostituzione della soia OGM importata. Gli agricoltori coinvolti in questo progetto confermano che le pratiche agricole ecologiche, senza l’utilizzo di input chimici, fertilizzanti o irrigazione artificiale (dato che le varietà locali sono ben adattate al clima greco) stanno aumentando la produzione e il loro reddito.

In Ungheria, il piccolo insediamento di Hernádszentandrás, è letteralmente rinato grazie all’agricoltura biologica. Un altro esempio di come l’agricoltura ecologica può rivitalizzare una regione economicamente debole e sostenere non solo gli agricoltori, ma l’intera comunità. In Italia, da alcuni anni, è stato avviato insieme agli agricoltori un lavoro volto a proteggere gli impollinatori, elemento indispensabile per la produttività agricola e l’equilibrio degli ecosistemi.

É tempo che anche i governi facciano la propria parte, sostenendo lo sviluppo di soluzioni innovative in ambito agricolo destinando finanziamenti adeguati a un modello di agricoltura ecologica moderna e innovativa.

Greenpeace ha recentemente lanciato una piattaforma online – SoCosaMangio.Greenpeace.it – per evidenziare i fallimenti dell’agricoltura industriale e invitare tutti a cambiare questo sistema agroalimentare fallimentare.

Leggi la sintesi in italiano:
http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2015/agricoltura/EcoFarming-ITA.pdf

Leggi il rapporto integrale in inglese:
http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2015/agricoltura/EcoFarming-ENG.pdf

Nasce il Forum Internazionale del Biologico

Nasce il Forum Internazionale del Biologico.  Milano, 16 maggio 2015“The Organic can save the world, il Biologico salverà il Pianeta”: questa la premessa che ha dato vita al Forum Internazionale del Biologico, insediatosi oggi alla presenza di Vandana Shiva, del Vice Ministero alle Politiche Agricole con delega all’agricoltura biologica Andrea Olivero, del Presidente di BolognaFiere Duccio Campagnoli e dei rappresentanti delle associazioni dell’agricoltura biologica nazionali e internazionali  FederBio, Cia, IFOAM presso il Parco della Biodiversità, l’area tematica in EXPO realizzata da BolognaFiere dedicata all’agricoltura biologica e all’agrobiodiversità.

“In occasione dell’inaugurazione del Padiglione del Biologico nel Parco della Biodiversità, l’unica area l’unica area in EXPO dedicata all’agricoltura biologica, il lancio del Forum è un segnale concreto per fornire una risposta al tema di EXPO, Nutrire il Pianeta, energia per la vita. – spiega Duccio Campagnoli, Presidente di BolognaFiere – Un progetto proposto dal Ministro Martina, al quale hanno aderito le organizzazioni dell’agricoltura biologica e biodinamica, che viene supportato da BolognaFiere grazie all’esperienza maturata con SANA, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale. L’obiettivo del forum è quello di riunire le organizzazioni del bio, le realtà ambientaliste, del terzo settore, scientifiche, gli agricoltori e le imprese, ma anche i cittadini per dimostrare che il modello agricolo e alimentare biologico è l’innovazione in grado di rispondere alla grande sfida lanciata dall’Esposizione Universale.  La presenza di Vandana Shiva e la semina con Donne in Campo della Cia in occasione della presentazione del Forum è il segnale della portata del Forum e degli obiettivi che i tavoli di lavoro che si susseguiranno presso il Parco della Biodiversità per tutto il periodo di EXPO vogliono raggiungere. Un progetto di cui BolognaFiere è protagonista per supportare un settore in crescita e strategico per l’agroalimentare italiano, innovativo e sostenibile”.

“La scelta dell’agricoltura biologica è il primo indispensabile passo per restituire fertilità al suolo. E il suo sviluppo, su scala mondiale, è necessario dare avvio concretamente a una nuova economia circolare”. È quanto afferma Vandana Shiva, ecologista indiana e presidente di Navdanya International, inaugurando il Padiglione della Biodiversità e presentando al Forum del Biologico il Manifesto Terra Viva, elaborato da venti esperti di tutto il mondo. “Dal Manifesto emergono almeno nove assi strategici che rafforzano l’appello verso il biologico. Un appello che deve partire anche da Expo”.
“In questa fase – prosegue l’attivista della difesa della biodiversità – l’agricoltura biologica può fornire risposte assolutamente necessarie al cambiamento climatico in atto, restituendo fertilità ai suoli, immagazzinando i gas serra che stanno distruggendo non il Pianeta ma la sopravvivenza delle nostre culture e forse della stessa umanità. Biologico significa inoltre biodiversità delle colture e dei semi, un forziere di opportunità per fare fronte al cambiamento climatico globale. Biologico significa lavoro nelle campagne, e lavoro creativo per i giovani, in antitesi all’agricoltura industriale. E significa agricoltura familiare, valorizzazione dei territori, riconoscimento del ruolo delle donne nella produzione e nella preparazione del cibo”.
Proprio per sottolineare questa centralità del ruolo femminile nel ‘nutrire il Pianeta’, dopo l’incontro con il mondo delle associazioni e delle aziende del bio, Vandana Shiva ha piantato nel parco della Biodiversità di Expo semi locali e tradizionali di okra, zucca e melone provenienti dal circuito di Navdanya, assieme alle ‘Donne in Campo’ della Cia.

“Ifoam AGriBioMediterraneo, lavora per promuovere, sviluppare e disseminare informazione e conoscenza sull’agricoltura biologica con l’obiettivo di stabilire ed evidenziare la forte relazione tra questo metodo agricolo e lo sviluppo sostenibile. – dichiara Charikleia Minotou, Presidente Ifoam Agribiomediterraneo – L’impegno di Ifoam in questo senso è chiaro anche attraverso la presenza al Parco della Biodiversità in EXPO per affrontare la sfida proposta e affermare che l’agricoltura e l’alimentazione bio potranno nutrire il pianeta”.
Aggiunge Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio: “Abbiamo condiviso con BolognaFiere l’obiettivo di portare il biologico all’interno di EXPO fin dal 2012 perché la sfida che pone il tema di EXPO, “Nutrire il Pianeta, energia per la vita”, non può che vedere protagonista il modello innovativo dell’agricoltura e dell’alimentazione biologica. La collaborazione con BolognaFiere ha consentito di poter collocare questa presenza all’interno dell’unica aerea tematica agricola di EXPO e di poter contare sulla partecipazione delle principali imprese del settore e del ministero delle Politiche agricole, creando un contesto che può diventare la vera rappresentazione del modello italiano di fare agricoltura e produrre alimenti anche per una popolazione che cresce. Anche per questo abbiamo scelto il luogo ideato, realizzato e gestito da BolognaFiere in EXPO, il Parco della Biodiversità, per farlo diventare la sede del forum internazionale dell’agricoltura biologica che insediamo oggi assieme a tutte le associazioni del biologico e biodinamico italiane che hanno raccolto con noi l’idea lanciata dal Ministro Martina per un grande evento internazionale sul bio in EXPO”.

SANA, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale organizzato da BolognaFiere che si svolgerà dal 12 al 15 settembre, sarà un punto di riferimento per il Forum del biologico durante il quale si riuniranno tutte le associazioni e le più importanti realtà internazionali del mondo bio per sviluppare un percorso comune sul tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.

DAL MANIFESTO “TERRA VIVA” I NOVE ASSI STRATEGICI DEL BIOLOGICO

Fonte: Seed Freedom

Esploriamo l'Orto Botanico

Esploriamo l’Orto Botanico, perché imparare a conoscere e amare le piante può diventare il gioco più bello del mondo, e non serve andare lontano, perché nel cuore di Roma, a Trastevere, si nasconde un posto magico: “MeravigliOrto – Esploriamo l’Orto Botanico”  è la nuova iniziativa promossa dal Museo Orto Botanico, Dipartimento di Biologia Ambientale – Sapienza Università di Roma, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma.

A partire dal 2-3 maggio, l’Orto Botanico diventa protagonista della Capitale tutti i weekend di maggio, giugno, settembre e ottobre, ospitando una serie di divertenti attività dedicate ai più piccoli, per avvicinare i bambini (dagli 0 agli 11 anni) e le famiglie alla Natura imparando ad apprezzare di più il lato green che è in noi.

L’obbiettivo dell’iniziativa è quello di inaugurare una gestione maggiormente orientata a coinvolgere la cittadinanza, le famiglie in particolare, nelle attività del Museo nonché a incrementare la fruibilità del luogo e a farlo diventare teatro di attività culturali e di divulgazione scientifca.

Il Museo Orto Botanico, infatti, vuole diventare un punto di riferimento per la valorizzazione del patrimonio naturalistico e la posizione privilegiata del giardino, con l’ampia estensione del suo spazio verde in un’area densamente abitata e povera di parchi, lo rende particolarmente adatto per questo originalissimo progetto.

MeravigliOrto offre un programma variegato di attività didattiche e divulgative, presentate in modo creativo, che si arricchisce di interventi sempre diversi ogni fne settimana. Incentrate prevalentemente sui temi della natura, della botanica, della fisica, dell’ecosostenibilità, dell’arte, le iniziative saranno gestite da partner accuratamente selezionati, tra cui Gymboree Play & Music, Cooperativa Sociale Myosotis m.m., Four Seasons Natura e Cultura e WWF Ricerche e Progetti, Istituto Pangea Onlus, The Science Zone, LAB, Studio Arturo e start.associazione culturale per l’arte contemporanea.

Ci saranno inoltre alcune attività gratuite, come la caccia ai tesori dell’Orto Botanico(2 e 3 maggio 2015 ore 14:30), le visite tematiche per gli adulti (2 e 3 maggio 2015: Iris in fiore – percorsi alla scoperta della collezione delle Iris dell’Orto Botanico di Roma – ore 10:00, 11:30, 15:30, 17:00), laboratori a cura di AMA (13 e 14 giugno 2015), mentre l’Orchestra del I.C. Regina Margherita di Roma, in gemellaggio con l’Orchestra Anton Jaumann Realschule di Wemding (Germania), offrirà un concerto all’interno dell’Orto (16 maggio 2015).

Spazio anche ai golosi, grazie ai deliziosi pic-nic made in Vivi Picnic, tutti rigorosamente biologici e con packaging biodegradabile.

Scopri, crea, sperimenta a MeravigliOrto, tuffati nel verde e vivi l’esperienza dell’Orto Botanico di Roma. In programma tantissimi laboratori, corsi e attività creative per bambini da 0 a 11 anni e per le loro famiglie, ma anche visite guidate per grandi e piccini, incredibili cacce al tesoro e fantastici picnic bio.

 

Info e prenotazioni: 

tel. 0649917108 (ore 15:00-18:00)

Fonte e foto: Orto Botanico di Roma
 
 

Juncker ci ripensa e si rimangia le promesse sugli OGM

Juncker ci ripensa e si rimangia le promesse sugli OGM. Greenpeace ritiene che la proposta presentata oggi dalla Commissione europea per modificare le procedure autorizzative sulle importazioni di Organismi Geneticamente Modificati (OGM) in Europa sia perfettamente inutile, dato che lascia inalterato il problema di base: la Commissione può ancora autorizzare OGM (per alimenti e mangimi) anche quando la maggioranza dei governi nazionali, e il Parlamento Europeo, sono contrari.

«La proposta della Commissione è una farsa, perché lascia immutato l’attuale sistema decisionale assolutamente non democratico», commenta Federica Ferrario, responsabile della campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace Italia. «Se dovesse passare, consentirebbe alla Commissione di continuare a ignorare la grande opposizione dei cittadini europei contro gli OGM, in barba alle promesse fatte dal presidente Juncker di consentire alla maggioranza degli Stati membri la facoltà di bloccare le decisioni della Commissione sugli OGM».

Negli ultimi mesi è aumentata la pressione delle aziende biotech e del governo degli Stati Uniti – in particolare nell’ambito delle trattative relative al TTIP – per aumentare e velocizzare il numero di autorizzazioni per importazioni e coltivazione di OGM in Europa. Abbiamo il sospetto che questa pressione stia dando i suoi frutti.

Tra le dieci priorità del suo mandato da presidente della Commissione europea, Juncker si è impegnato a rendere “più democratica” l’Unione Europea e quindi a “modificare le leggi che obbligano la Commissione ad autorizzare OGM anche quando la maggioranza dei governi nazionali è contraria”. Adesso, piuttosto che cambiare le procedure autorizzative, la Commissione vorrebbe permettere agli stati UE di decidere autonomamente se vietare le importazioni di determinati OGM nei loro territori. Senza adeguati strumenti legali a difesa di queste decisioni, per i Paesi membri questa è una scelta suicida.

«La Commissione sta offrendo ai Paesi membri una falsa libertà di scelta, che non regge in nessun tribunale. Le regole del libero mercato in UE prevarrebbero sempre sulle scelte dei singoli Stati, in particolar modo se ai governi sarà negata la possibilità di giustificare i divieti adottati a livello nazionale per ragioni di carattere ambientale o sanitario», conclude Ferrario.

Link alla petizione di Greenpeace “Ferma il TTIP”

http://stop-ttip.greenpeace.it/

Ancora pesca illegale nell'Arcipelago Toscano

Ancora pesca illegale nell’Arcipelago Toscano. Ancora i soliti ignoti che pescano illegalmente sotto costa con le reti a strascico. A denunciare l’ennesimo caso è stato un coraggioso pescatore artigianale di Marina di Grosseto, Roberto Culotta, che qualche notte fa uscendo con la sua piccola barca per gettare le reti, ha rischiato di essere travolto da un peschereccio a strascico che operava a luci spente, in piena notte e a pochi metri dalla costa.

Un atto criminale e irresponsabile, un pericolo per gli altri natanti e un danno enorme per l’ambiente e le risorse ittiche”, dichiara Serena Maso, della Campagna Mare di Greenpeace. “Ancor più grave è che questo tipo di attività siano frequenti se non addirittura quotidiane in questo tratto di costa toscana. Da anni i pescatori artigianali locali chiedono aiuto al Ministero e alle Autorità, ma a fronte delle tante segnalazioni i pirati del mare continuano indisturbati a operare

I pescherecci a strascico, sono molto più grandi, potenti e impattanti rispetto alle barche della piccola pesca artigianale che, se praticata in modo corretto, ha un minor impatto sull’ambiente. Per questo la pesca con le reti a strascico è consentita oltre le tre miglia di distanza dalla costa o a profondità superiori ai 50 metri. Regole precise che servono a preservare le risorse marine e habitat di primaria importanza per la riproduzione e la crescita di molte specie, come le praterie di posidonia (Posidonia oceanica) e di Cymodocea nodosa.

Nel litorale maremmano i pescatori locali si sono dovuti organizzare da soli, realizzando il Progetto “La Casa dei Pesci”(www.lacasadeipesci.org) allo scopo di finanziare la messa in mare di barriere artificiali per prevenire attività di pesca a strascico illegale e proteggere questo meraviglioso tratto di costa toscana e le risorse che lo popolano. Greenpeace è al fianco di questi pescatori onesti e coraggiosi e ha deciso di sostenere questo progetto, ma il governo e le autorità devono farsi carico di questo annoso problema.

Ci chiediamo cosa stiano facendo la Guardia Costiera e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per reprimere e prevenire queste attività di pesca illegale, denunciate numerose volte. L’Italia ha da poco evitato una procedura d’infrazione per non aver saputo controllare e prevenire adeguatamente la pesca illegale, ma è evidente che i controlli sulla pesca a strascico illegale nel litorale maremmano non sono sufficienti. Dopo questo ennesimo episodio, chiediamo al ministro Martina di rispettare gli impegni presi adottando provvedimenti immediati! Chiediamo anche ai cittadini di unirsi al nostro appello e far sentire la loro voce, firmando il nostro appello http://innomedelmare.greenpeace.it” conclude Maso di Greenpeace.

Fonte e foto: Greenpeace

No TTIP: diritti e ambiente non sono in vendita

 No TTIP: diritti e ambiente non sono in vendita. Il TTIP è un accordo sul libero scambio fra Europa e USA.Il TTIP è un negoziato pieno di lati oscuri che antepone gli interessi delle grandi multinazionali a quelli dei cittadini e che si sta svolgendo a porte chiuse. Nelle prossime settimane il Parlamento EU dovrà pronunciarsi sul TTIP: SCRIVI SUBITO ai Parlamentari europei e chiedi di BLOCCARE IL NEGOZIATO.

COS’È IL TTIP?

Il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership -Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti-) è una minaccia per la democrazia e per l’ambiente. È un trattato di libero scambio che l’Unione Europea è chiamata a concludere con gli Stati Uniti allo scopo di favorire il libero mercato. Il lato oscuro della medaglia è che in questo modo si antepongono gli interessi privati a quelli della collettività.

Il TTIP prevede anche un meccanismo di arbitrato con il quale le multinazionali potrebbero accusare gli Stati di intralciare il libero mercato, e i cittadini rischierebbero di dover pagare di tasca propria.

COSA RISCHIAMO?

Le nostre tavole potrebbero cambiare per sempre a causa della revisione di importanti norme europee di sicurezza alimentare (OGM, pesticidi, etichettatura dei prodotti). Aprendo le porte all’agricoltura industriale americana, il futuro dell’agricoltura sostenibile e dei piccoli coltivatori sarebbe in serio pericolo.

Nel nome del libero mercato, verrebbero favorite le attività energetiche legate alle fonti fossili e l’immissione sul mercato di sostanze chimiche per le quali non è stato ancora accertato il tasso di pericolosità.

Rischieresti di respirare aria meno pulita e mangiare cibi meno sicuri in nome del mercato?

Noi no! CHIEDI ORA ai parlamentari europei di BLOCCARE il TTIP.

Sacrificare i diritti dei cittadini e la tutela dell’ambiente in nome del libero mercato vuol dire privatizzare i profitti e scaricare tutti i rischi sulla collettività.

Dobbiamo entrare in azione ORA, prima che sia troppo tardi. Firma QUI e ferma il TTIP.

 

Fonte e foto: Greenpeace

 

Antica Erboristeria Romana

La più antica erboristeria di Roma è L’Antica Erboristeria Romana che si trova in via di Torre Argentina 15, è attiva dal 1752, ed io compro le mie erbe, i miei prodotti erboristici, i miei olii essenziali e tutti i preparati fitoterapici che uso in questa erboristeria dal 1977.

L’Antica Erboristeria Romana conserva ancora gli arredi originali in noce italiano con i mobili a cassetti che contengono più di 350 piante officinali ed il soffitto a cassettoni sapientemente decorato.

All’Antica Erboristeria Romana il poeta romano G.G.Belliha dedicato un sonetto G.G.Belli:

Ggnente, signora mmia, nun ze ne pijji.
Dii tempo at tempo. Eppoi, ppiù de mi’ nonna,
Che de vent’anni nemmanco era donna?
E dopo fesce disciassette fijji. Nun è la prima ne la siconna.
Dunque che ccosa so ttanti scompijji?
Lei bbadi a li mi’ poveri consijji.
Parli cor sempricista a la Rotonna.
Vienuto quer negozzio che jje stenta.
La sù fijja a ritorna un zanguellatte.
Je diventa una rosa, Je diventa.
Cacci er medico, cacci, e stii tranquilla.
Questi soui nun zò affari da miggnatte:
Ce vò ddittimo – greco e ccapomilla.

La famiglia Ospici gestisce l’attività fin dal 1948 quando il fu dott.Teofilo la rilevò dai precedenti proprietari. Il retro, recentemente rinnovato su progetto dell’arch. Braschi, unisce armoniosamente antico e moderno ed accoglie i fitocosmetici e gli alimenti biologici.

Oltre all’assortimento di erbe, notevole è anche la varietà di té che vi si possono trovare (più di 40); dai té neri più comuni di Cina, India, Sri Lanka, ed altre parti del mondo, ai té aromatizzati, sciented, verdi, oolong fino ai rarissimi té bianchi cinesi; è possibile anche trovare gradevolissimi infusi di frutti, vasta scelta di olii essenziali, tinture madri, estratti fluidi e, dulcis in fundo, più di 20 varietà di mieli mono e multiflora.
A completare l’assortimento vi sono prodotti per l’aromaterapia, per l’idromassaggio, liquori e distillati d’erbe altamente selezionate, incensi indiani, integratori in compresse e capsule, succhi di pianta fresca ed anche una vasta scelta di oggetti da regalo.
All’Antica Erboristeria Romana troverete competenza e gentilezza, vi sapranno sempre consigliare in caso di bisogno con estrema cortesia e disponibilità.
Lo staff dell’Antica Erboristeria Romana organizza anche dei corsi di erboristeria tenuti dal dott. Paolo Ospici.
Fonte e foto: Antica Erboristeria Romana

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