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Riapre il mercato Campagna Amica del Circo Massimo

Finalmente, dopo un periodo che sembrava non finire mai, riapre il mercato Campagna Amica del Circo Massimo a Roma. Venerdì 6 ottobre 2017 ci sarà l’inaugurazione a partire dalle ore 09:30, sempre in via San Teodoro 74, e poi come sempre sarà aperto di sabato e domenica dalle ore 08:00 alle ore 19:00 (orario estivo) dal 1 maggio al 31 ottobre e dalle ore 08:00 alle ore 15:00 (orario invernale) dal 1 novembre al 30 aprile.

Il mercato Campagna amica del Circo Massimo riaprirà in un ambiente rinnovato che, oltre al mercato, ospiterà diversi eventi a tema cibo, cultura, arte, musica e sport. Nello spazio esterno sarà allestito un orto urbano dove potersi informare su come fare a coltivare il proprio orto sul balcone o negli spazi verdi di casa.

Il mercato Campagna Amica del Circo Massimo ospiterà 68 banchi rinnovati nel design con un maggior numero di aziende rispetto al passato tra le quali saranno presenti alcune aziende del reatino danneggiate dal terremoto.

L’inaugurazione della riapertura sarà “all’insegna della solidarietà, con la presenza degli agricoltori terremotati e l’analisi Coldiretti/Ixe’ che sarà presentata insieme ad un bilancio della situazione nelle campagne colpite dal sisma. Saranno presenti, tra gli altri, il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, quello della Coldiretti Lazio e Roma David Granieri, il Sindaco di Roma Capitale Virginia Raggi, il presidente della Fondazione Univerde Alfonso Pecoraro Scanio e rappresentanti istituzionali, dei consumatori e delle forze economiche e sociali.”

Al mercato Campagna Amica del Circo Massimo si potranno trovare tanti prodotti riconosciuti come presidi della biodiversità, tanti dei quali hanno anche la certificazione IGP o DOP e altri ceh sono riconosciuti dalla Regione Lazio come prodotti tipici, come il fagiolo di Atina, il peperone di Pontecorvo, il carciofo di Campagnano, la lenticchia di Onano, il caciofiore di Columella, la carne di vacca maremmana allevata allo stato brado, il suino nero.

Finalmente potrò tornare a fare la spesa nel mio mercato preferito di Roma.

Campagna Amica: http://www.campagnamica.it/

Mercato Campagna Amica Circo Massimo facebook: https://www.facebook.com/mercatocircomassimo/?hc_ref=ARRPlaLQ-F_CdZxli8Oer0rrCf3Lf4Fj0ZnhVzns3kV1Aqu23jnCbO4Zjm7oRD1GHmc

Fonte e foto: Campagna Amica

Chiuso il mercato Coldiretti Campagna Amica del Circo Massimo

Il mercato Coldiretti Campagna Amica del Circo Massimo, aperto dal ottobre 2009, è stato chiuso domenica 11 febbraio 2017 perché erano scaduti i termini e si attende che l’area venga assegnata legittimamente. La sindaca Raggi ha preferito non prorogare l’assegnazione temporanea a Coldiretti perché dice che vuole fare le cose per bene con onestà e trasparenza. A me sembra invece che è troppo inmpegnata tra un “inciucio” e uno scandalo e non ha trovato un po’ di tempo per tutelare il lavoro di molti cittadini, gli agricoltori, i produttori e gli allevatori di Coldiretti e i consumatori che da anni, come me, hanno scelto di fare la spesa al mercato Campagna Amica del Circo Massimo di Roma. Ieri, sabato 11 febbraio 2017, ero fuori Roma e ho letto la notizia della chiusura. Ci sono rimasta davvero male, non ci potevo credere, un mercato di vendita diretta produttore consumatore che funziona alla grande e che è competitivo per qualità, prezzi, e anche gusto estetico nella disposizione di banchi e merci chiude perché la sindaca, la giunta e chi se ne deve occupare non ha trovato il tempo per risolvere il problema!

L’amministrazione Comunale sapeva da mesi che il progetto sarebbe cessato il 31 gennaio 2017 ma non ha fatto nulla per individuare un nuovo assegnatario. Forse perché invece dell’onestà ormai a Roma questa giunta ha fatto andare di moda l’incompetenza, l’arroganza e i favoritismi per gli amici e per gli amici degli amici…

Già, perché a me sembra che le uniche differenze che i pentastellati hanno con gli altri partiti che li hanno preceduti siano l’incompetenza, l’arroganza e le sparate teatrali per avere l’attenzione dei media.

Il Mercato Campagna Amica del Circo Massimo, quello di via San Teodoro 74, Roma, è un punto d’incontro tra produttore e consumatoreche offre la possibilità di fare la spesa sostenibile e responsabile, risparmiando e acquistando prodotti agricoli di stagione, sempre freschi perché provenienti dai campi del Lazio. Vado a fare la spesa lì sin dal giorno della sua apertura, ci vado a piedi, e mi sono trovata sempre benissimo: uno spazio ben organizzato, pulito, accogliente e i prodotti sempre di qualità. Mercato era e mercato è tornato ad essere, e piace a romani e stranieri.
Il Mercato Campaga Amica del Circo Massimo si trova a due passi dal Campidoglio, occupa la sede dell’antico mercato Ebraico del pesce, è uno dei mercati di vendita diretta a “km 0”, i farmers market, più bello del mondo, un vanto per Roma, un modello, non solo della campagna Romana, ma di tutto il Lazio. Cosa fa l’attuale giunta di Roma e la prima sindaca donna, la grillina Raggi, per tutelarlo e valorizzarlo? Lo chiude!
“No alla chiusura del Mercato del Circo Massimo! Una dura protesta, di centinaia di agricoltori e consumatori, è in corso da questa mattina all’alba a Roma in via San Teodoro 74, dove agli agricoltori è impedita la vendita dal Comune di Roma che ha disposto la chiusura dello storico mercato contadino del Circo Massimo diventato riferimento dei cittadini romani e dei turisti italiani e stranieri. È in corso un presidio a oltranza e blitz su obiettivi sensibili per chiedere al sindaco Raggi di salvare il mercato di Campagna Amica degli agricoltori della Coldiretti, diventato uno dei monumenti piu apprezzati della Capitale. Aiutaci anche tu a difenderlo!”
Campagna_Amica_Chiusura  #ilmercatononsitocca  01_#ilmercatononsitocca #giulemanidelmercato
foto 1: coldiretti
foto 2 e 3: Flavia Wolfrider

Curcuma, lo zafferano delle Indie -parte 3-

La curcuma è conosciuta sin dall’antichità, il Mattioli, traducendo Dioscoride, scrive: “Quello […] che si ci porta d’India, simile al gengevo, da ciascuno di buon giudicio non si può dire essere altro che quella radice gialla, chiamata nelle spezierie communemente curcuma”.
La curcuma figurava già in un elenco di droghe in vendita a Francoforte nel 1450.
Nel “Supplemento a Dizionario di Sanità”, 1784, tomo IV, la curcuma è: “profittevole in tutte le affezioni catetiche,  e dove pecca la bile: cioè nell’itterizia”.
Per Antonio Campana, parlando della curcuma o terra merita: “Esistono due radici di curcuma, che sono credute il prodotto della stessa pianta […] Ambedue sono coperte di zone di color giallo, ma rompendole si manifesta internamente roseo. Servono a tingere le pomate e gli oli. Gli slcali mutano la tintura gialla di curcuma in rosso. Oggidì in medicina non hanno uso.” Ma la “Storia Naturale Medica” afferma che la curcuma tintoria: “è uno stimolante e un diuretico. Esso è adoperato in tintura, a causa della curcumina che contiene”.

La curcuma è usata in cosmetica dalle donne indiane per liberarsi dei peli superflui e come antimicrobico. La pasta di curcuma è usata sia nell’Ayurveda che come rimedio casalingo per idratare e mantenere sana la pelle e come agente anti-età. La curcuma si usa molto nel trattamento di bellezza delle spose prima del matrimonio in India, Nepal, Bangladesh, e Pakistan. Spalmare della curcuma diluita in acqua sulla pelle serve a migliorare la salute della pelle e ad esaltare l’abbronzatura proteggendo la pelle dalle radiazioni solari dannose.

Il governo tailandese sta sovvenzionando un progetto per estrarre ed isolare dalla curcuma i tetraidrocurcuminoidi (THC), che svolgono un’azione antiossidante, detossificante ed antinfiammatorie principalemte per la pelle, per poterli usare in preparazioni ad uso cosmetico.

La curcuma è usata in cucina per preparare molte ricette indiane, tailandesi, indonesiane e persiane e come ingrediente principale nella preparazione del curry. La curcuma è usata per la preparazione di bevande, prodotti da forno e caseari, gelati, yogurt, torte, biscotti, popcorn, salse, gelatine e molto altro ancora.
La curcuma è usata di solito sotto forma di polvere essiccata, ma può anche essere usata fresca, proprio come lo zenzero.

Fonte:
Roberto M. Suozzi, Dizionario delle Erbe Medicinali;
Selezione dal Reader’s Digest, Segreti e Virtù delle Piante Medicinali;
Nadia Volf, Essere Giovani a Tutte le Età;
“Curry ‘may slow Alzheimer’s'”. BBC News. 21 November 2001. Retrieved 28 March 2010;
Lin JK, Chen YC, et al. “Suppression of protein kinase C and nuclear oncogene expression as possible molecular mechanism of cancer chemoprevention by apigenin and curcumin”, J Cell Biochem (Suppl) 28-29; 39-48, 1997;
Lin LI, Ke YF, et al. “Curcumin inhibits SK-Hep-1 hepatocellular carcinoma cell invasion in vitro and suppresses matrix metalloproteinase-9 secretion”, Oncology 55: 349-353, 1998;
Henrotin Y, Clutterbuck AL, Allaway D, et al. (February 2010). “Biological actions of curcumin on articular chondrocytes”. Osteoarthr. Cartil;
Gregory PJ, Sperry M, Wilson AF (January 2008). “Dietary supplements for osteoarthritis”. Am Fam Physician 77 (2): 177–84.

Tortino Spinaci e Miglio e Tofu senza glutine e senza lattosio

Oggi vi propongo una mia ricetta vegetariana per un Tortino Spinaci e Miglio e Tofu senza glutine e senza lattosio. Per questa mia ricetta del Tortino Spinaci e Miglio e Tofu senza glutine e senza lattosio mi sono ispirata alle ricette dei tortini della tradizione popolare italiana. Questo Tortino Spinaci, Miglio e Tofu senza glutine e senza lattosio l’ho realizzata in due versioni, una con dei dadini di tofu affumicato, l’altra senza tofu.
Buon appetito.

TORTINO SPINACI, MIGLIO E TOFU SENZA GLUTINE E SENZA LATTOSIO

Spinaci: 500 grammi
Uova: 6
Miglio: 100 grammi
Porro: 1
Tofu Affumicato: 100 grammi
Noce Moscata: qb
Sale e Pepe: qb
Olio extravergine di oliva: qb
Pan Grattato Senza Glutine e Senza Lattosio: qb

Preparazione

Scottate gli spinaci per due o tre minuti in acqua bollente, scolateli e lasciateli freddare.
Lavate bene il porro, tagliatelo fino e cuocetelo assieme al miglio. Il miglio cuoce in 20 minuti circa messo a bolline nel doppio del suo volume di acqua a fuoco lento e coperto. Una volta cotto l’acqua si sarà completamente asciugata. Lasciate raffreddare. Tagliate il tofu affumicato ben scolato a dadini.
Sbattete le uova in una ciotola capiente e aggiungete gli spinaci freddi, strizzati per bene e tagliati con un coltello a piccoli pezzi, il miglio e il porro freddi e ben asciutti, il tofu affumicato, la noce moscata, sale e pepe.
Oliate una teglia da forno della giusta capienza e cospargetelo con del pangrattato senza glutine e senza lattosio. Versate nella teglia il composto di uova, spinaci, miglio e porro. Coprite con del pangrattato senza glutine e senza lattosio e con un filo d’olio extravergine di oliva.
Infornate per 50 minuti o un’ora in forno preriscaldato a 180°.

Ricetta di Flavia Wolfrider

Tortino Spinaci e Miglio senza glutine e senza lattosio

Oggi vi propongo una mia ricetta vegetariana per un Tortino Spinaci e Miglio senza glutine e senza lattosio. Per questa mia ricetta del Tortino Spinaci e Miglio senza glutine e senza lattosio mi sono ispirata alle ricette dei tortini della tradizione popolare italiana. Questo Tortino Spinaci e Miglio senza glutine e senza lattosio l’ho realizzata in due versioni, una così come la trovate in questa ricetta e un’altra con aggiunta di dadini di tofu affumicato.
Buon appetito.

TORTINO SPINACI E MIGLIO SENZA GLUTINE E SENZA LATTOSIO

Spinaci: 500 grammi
Uova: 6
Miglio: 100 grammi
Porro: 1
Noce Moscata: qb
Sale e Pepe: qb
Olio extravergine di oliva: qb
Pan Grattato Senza Glutine e Senza Lattosio: qb

Preparazione

Scottate gli spinaci per due o tre minuti in acqua bollente, scolateli e lasciateli freddare.
Lavate bene il porro, tagliatelo fino e cuocetelo assieme al miglio. Il miglio cuoce in 20 minuti circa messo a bolline nel doppio del suo volume di acqua a fuoco lento e coperto. Una volta cotto l’acqua si sarà completamente asciugata. Lasciate raffreddare.
Sbattete le uova in una ciotola capiente e aggiungete gli spinaci freddi, strizzati per bene e tagliati con un coltello a piccoli pezzi, il miglio e il porro freddi e ben asciutti, la noce moscata, sale e pepe.
Oliate una teglia da forno della giusta capienza e cospargetelo con del pangrattato senza glutine e senza lattosio. Versate nella teglia il composto di uova, spinaci, miglio e porro. Coprite con del pangrattato senza glutine e senza lattosio e con un filo d’olio extravergine di oliva.
Infornate per 50 minuti o un’ora in forno preriscaldato a 180°.

Ricetta di Flavia Wolfrider

Amaranto -parte 3-

(…)L’amaranto una volta bollito risulta una massa gelatinosa ed è meglio cucinarlo con altri cereali tipo riso o orzo, o con delle verdure. L’amaranto si cuoce, dopo essere stato lavato, in due parti di acqua e cuoce in 30 o 40 minuti in una pentola normale. Si lascia cuocere senza mescolare e si lascia riposare per 10 minuti a fuoco spento a pentola coperta per dar modo ai chicchi di gonfiarsi. L’amaranto ha un sapore leggermente dolciastro. Se tostati con un filo d’olio i semi di amaranto scoppiano e si ottiene una specie di pop corn ideale da usare per muesli, croccanti e pasticcini. I semi di amaranto possono anche essere soffiati.

OTTIMO ASSOCIATO AD ALTRI CEREALI

In cucina si utilizza in zuppe, crocchette, sformati dolci o salati e barrette energetiche. E’ anche ottimo associato ad altri cereali, frumento e farro se non si soffre di intolleranza al glutine, altrimenti si può associare al riso o al miglio, da solo può completare una minestra, con il riso rende il piatto più croccante, con il frumento diventa un piatto nutriente, addolcisce orzo e farro mentre con il miglio diventa quasi una crema su cui stendere verdure, o legumi. Si sconsiglia l’abbinamento di amaranto a latticini, carne e uova.

USATO PER TINGERE LE STOFFE

L’amaranto è usato anche per tingere le stoffe, i fiori dell’amaranto del tipo ‘Hopi Red Dye’ erano usati dalla tribù indiana degli Hopi come fonte per ottenere un pigmento rosso vivo. Esiste anche una tintura sintetica chiamata amaranto a causa del suo colore simile all’amaranto naturale.
Tra le piante del genere amaranto se ne coltivano molte anche ad uso ornamentale, tipo l’ Amaranthus caudatus, coltivato in India, pianta annuale con fiori violetto scuro raccolti in spighe cadenti. Un’altro tipo di amaranto  proveniente dall’India è usato come pianta ornamentale, l’Amaranthus hypochondriacus, un’altra pianta annuale con foglie profondamente venate e lanceolate, viola nella superficie inferiore, e dai fiori di un cremisi intenso raccolti in spighe erette.
L’amaranto è anche fonte alimentare per molte specie di lepidotteri, sia farfalle che falene, compresa la falena del trifoglio.

Il Miglio, Panicum Miliaceum -parte 4-

(…)Il miglio, Panicum miliaceum L., ha un elevato valore dietetico per il suo discreto tenore proteico (11% di proteine in peso), di sali minerali e fibra grezza. Il miglio, Panicum miliaceum L., è ricco di vitamine A e del gruppo B, specialmente niacina, B6 e acido folico, calcio, ferro, potassio, magnesio e zinco. Per il suo elevato contenuto di acido salicilico il miglio è spesso considerato un vero e proprio prodotto di bellezza per pelle e capelli, unghie e smalto dei denti, stimolandone la crescita. Il miglio non contiene glutine, per cui la predisposizione alla panificazione è minore rispetto alle farine di orzo, frumento e segale. Quando viene combinato con il grano, o la gomma arabica nel caso di prodotti per celiaci, può essere utilizzato per produrre pane lievitato. Utilizzato senza aggiunta di farine con glutine o di gomma arabica, il miglio può venire utilizzato per “focacce” non lievitate.

NON CONTIENE GLUTINE

Nessun tipo di miglio è strettamente imparentato con il grano, non contiene glutine ed è un alimento indicato per i celiaci o per chi soffre di altre forme di allergie o intolleranze al glutine o al grano. Il miglio, Panicum miliaceum L., è anche un blando inibitore della perossidasi tiroidea, l’enzima coinvolto nella sintesi degli ormoni tiroidei (un recente studio ha rilevato una stretta correlazione tra celiachia e tiroide autoimmune nei pazienti in età pediatrica) e quindi non dovrebbe venire consumato in grandi quantità da chi soffre di problemi alla tiroide.

ADATTO ALLE PERSONE SEDENTARIE

Nella medicina tradizionale cinese il miglio viene considerato un alimento tiepido, meno riscaldante dell’avena. Il suo considerevole contenuto in lecitina e colina lo rende particolarmente adatto alle persone sedentarie, chi è dedito a lavori intellettuali e ai convalescenti, nonché alle donne in gravidanza.
Il miglio è ricco di lipidi e la sua conservazione sotto forma di fiocchi o farina è limitata nel tempo, anche se si conserva perfettamente e a lungo quando è in chicco, è quindi consigliabile macinare i chicchi al momento dell’uso.

Amaranto -parte 2-

(…)L’amaranto non contiene glutine e non è una graminacea ed è quindi una valida alternativa per chi presenta allergie o intolleranze nei confronti dei cereali convenzionali, specialmente per chi soffre di celiachia. Pur essendo considerato un cereale, (insieme al grano saraceno, la quinoa, il sagù e la manioca) l’amaranto (Amaranthus caudatus e Amaranto-Amaranthaceae) dal punto di vista botanico, non lo è. Si tratta di uno pseudo-cereale in quanto non appartiene alla famiglia delle Graminacee ma a quella delle Amarantacee, ha un sapore gradevole, dolciastro, che sa di nocciola. L’amaranto è uno tra i grani più antichi e produce grani sferici e brillanti racchiusi in bellissime spighe rosso porpora, particolarmente ricchi di apporti nutritivi: fibre, proteine e ferro.

NON CONTIENE GLUTINE

L’amaranto possiede grandi quantità di aminoacidi che lo rendono un alimento ricco di proteine con un valore nutrizionale piu’ elevato rispetto ad altri cereali e, come abbiamo già detto non contiene glutine. L’amaranto è povero in sodio e non contiene grassi saturi. E’ un cereale adatto a chi vuole evitare o limitare di ingrassare e riduce i possibili picchi di insulina che derivano dalla sua assunzione, avendo un Indice Glicemico più basso grazie alla maggiore presenza proteica e al contenuto più elevato di fibra non digeribile. L’amaranto è a base di fibre insolubili (cellulosa, emicellulose, lignina) che aumentano la massa fecale accelerandone il transito intestinale, quindi è utile in caso di stitichezza.

UNA PIANTA RESISTENTE

La coltivazione dell’amaranto è relativamente semplice, trattandosi di una pianta piuttosto resistente a parassiti, malattie e temperature elevate così come il suo parente selvatico Amaranthus retroflexus, non ha bisogno di particolari cure. La semina può essere effettuata da metà aprile in avanti, comunque quando si ha la certezza che non vi siano più gelate notturne, tenendo presente che la germinazione migliora con la temperatura e che se questa è troppo bassa la germinazione viene effettivamente inibita dalla luce solare. La raccolta dei semi di amaranto è resa più complessa dal fatto che ogni infiorescenza prodotta dalla stessa pianta matura in tempi diversi e quindi richiede più fasi di raccolta distinte che dovrebbero essere eseguite a mano.

UTILIZZATA COME PIANTA ORNAMENTALE

Le varietà di amaranto selezionate per la coltivazione su scala più grande, come la Golden Giant, tendono a generare una singola infiorescenza che semplifica le operazioni di mietitura. La produttività dell’amaranto è molto elevata, una singola pianta può produrre fino a 200000 semi, per un peso complessivo che può arrivare a 100 grammi di seme. Test di coltivazione nella Pianura Padana mostrano la possibilità di effettuare fino a due raccolti, uno estivo e uno autunnale, dalla stessa pianta. L’amaranto, in particolare la specie Amaranthus caudatus, viene anche utilizzato come pianta ornamentale rendendo più facilmente reperibili i semi per iniziare una coltivazione in proprio.(…)

Il Miglio, Panicum Miliaceum -parte 3-

(…)Il miglio, Panicum miliaceum L., nei paesi industrializzati di Europa, America e Oceania non fu più coltivato ad uso alimentare unìmano per un lungo periodo, per essere coltivato solo ad uso di foraggio e come mangime e becchime per i piccoli uccelli. Il miglio, Panicum miliaceum L., è ancora coltivato ad uso alimentare umano in aree semidesertiche di Asia e Africa, anche se è meno diffuso di altri cereali coltivati in questi continenti come sorgo e riso. La coltivazione del miglio interessa l’Africa subsahariana, il Medio Oriente, l’Ucraina, la Russia, il Kazakistan e, soprattutto, l’India e la Cina.
Date le sue esigenze termiche, leggermente superiori a quelle del mais, il miglio si coltiva, nelle regioni temperate, a ciclo primaverile-estivo. La semina si effettua a partire dalla primavera avanzata (fine aprile). Dal momento che ha un ciclo produttivo piuttosto breve (2-3 mesi), il miglio si presta per la semina in secondo raccolto in estate, dopo la raccolta di un cereale o di un erbaio autunno-primaverile.

COME CEREALE DA GRANELLA

La coltivazione del miglioPanicum miliaceum L., si pratica secondo gli stessi criteri del sorgo, come coltura da granella o da foraggio, impiegando nel primo caso 5-15 kg di seme, nel secondo caso 30-40 kg. La semina può essere fatta con seminatrice a righe. Per la concimazione si può impiegare un concime fosfoazotato oppure un ternario con rapporto ottimale di 1:1,2:1 fra azoto fostoro e potassio. L’eventuale irrigazione può essere condotta con interventi di soccorso. Come cereale da granella il miglio va raccolto prima della maturazione di morte in quanto la maturazione è scalare e la pannocchia sgrana facilmente. Va perciò mietuto precocemente e trebbiato dopo la completa essiccazione. Le rese sono dell’ordine di 1-2 tonnellate ad ettaro.

COME CEREALE FORAGGERO

Come cereale foraggero va raccolto all’inizio della spigatura se utilizzato come foraggio verde, oppure alla maturazione cerosa se destinato all’insilamento. La produzione di massa verde è dell’ordine di 15-25 t/ha. Nell’alimentazione umana occidentale odierna il miglio ha ancora interesse marginale, viene impiegato per produrre farine e semole utilizzate soprattutto dalla cucina macrobiotica e per celiaci, dato che non contiene glutine.(…)

Amaranto -parte 1-

Con la parola “amaranto”, Amaranthus, vengono identificate una serie di piante erbacee, circa 60 specie riconosciute, con infiorescenza e fogliame che varia dal violetto al rosso all’oro. Le piante del genere amaranto hanno molte caratteristiche in comune con le piante del genere Celosia. Molte specie di amaranto sono considerate come erbe infestanti, ma altre vengono usate come piante eduli da consumare come verdura o cereale e come piante ornamentali.
L’amaranto dai chicchi commestibili e usualmente consumati come cereali è una pianta originaria dell’America centrale, tra le specie eduli si ricordano Amaranthus caudatus, Amaranthus cruentus e Amaranthus hypochondriacus. L’amaranto è considerata una pianta sacra e dell’amicizia ed ha origini molto antiche, gli Aztechi e gli Incas lo usavano come pianta commestibile sfruttando i chicchi ricchi di proteine e di fibre.

UN ALIMENTO BASE PER GLI AZTECHI

L’ amaranto era un alimento base per gli Aztechi e le civiltà pre-colombiane. Dopo l’arrivo dei conquistadores spagnoli in Messico all’inizio del 1500, l’ amaranto era quasi scomparso in America per esser poi riscoperto verso il 1970. Nel frattempo, l’ amaranto si era diffuso in tutto il mondo soprattutto al posto del grano in Africa, India e Nepal. I frati al seguito dei conquistadores spagnoli vietarono ogni tipo di coltivazione di amaranto per il motivo che questa pianta veniva adorata e mangiata facendo dei pupazzetti a forma di dio, considerati blasfemi.

IN GRECIA IL CRISANTEMO E L’ELICRISIO

La radice ultima del nome amaranto deriva dal greco ἀμάραντος (amarantos) “che non appassisce” che contiene la parola greca ἄνθος (anthos) che significa “fiore”, l’etimologia del nome derivante dal greco ha portato molti a confondere l’amaranto originario dell’America Centrale usato come cereale, con la parola “amaranto” usata nell’Antica Grecia, e successivamente nell’antica roma come Amaranthus, che indicava il crisantemo, Chrysanthemum L., 1753, e l’elicrisio,H,elichrysum   due piante sacre alla Dea Artemide. L’amaranto dell’Antica Grecia era simbolo di immortalità dalle proprietà curative ed era usato per decorare le immagini delle divinità e le tombe. Amarynthus, una forma di amaranto, era un cacciatore di Artemide e re di Euboea; esisteva una città chiamata Amarynthus con un famosissimo tempio di Artemide Amarinzia o Amarisia.(…)